prof Antonio Frattari, ms Michela Dalpra
Ricostruzione di due edifici rurali della tradizione in Trentino
1. Introduzione
L'obiettivo era quello di realizzare un museo open air nella parte alta del Sentiero Etnografico "Rio Caino" per raccogliere edifici rurali di servizio rappresentativi della tradizione costruttiva del Trentino.
Il Sentiero Etnografico Rio Caino si trova nella Valle del Chiese nel Trentino Occidentale (Italia) nei pressi di Cimego a circa 65 Km da Trento sulla sinistra orografica del fiume Chiese .
Il sentiero si sviluppa tra i 450 metri s.l.m. del ponte di ingresso sopra il fiume Chiese e i 750 metri s.l.m. di Malga Caino che è il punto più alto del percorso. E' costituito da un tragitto lungo complessivamente circa 4 Km. Esso contiene prevalentemente testimonianze etnografiche, quali insediamenti artigianali, e valorizza aspetti ambientali come la storia, il paesaggio, la natura e la geologia della zona.
Nella parte bassa del sentiero sono ubicati gli edifici tecnologici della tradizione locale: un mulino e due fucine funzionanti, a testimonianza dei numerosi opifici che un tempo utilizzavano l'acqua del Rio Caino per la lavorazione del ferro. A breve distanza sono stati ricostruiti una carbonaia per la preparazione del carbone vegetale ed una "calchera" per la cottura delle pietre calcaree.
Nella parte alta del percorso verrà costruito un museo open air nel quale saranno collocati sette edifici rappresentativi di quelli che sono stati costruiti ed usati per supporto alle attività agro-silvo-pastoral,i che solitamente affiancavano le tradizionali abitazioni, delle popolazioni rurali del Trentino.
2. Studio preliminare sulle differenti tipologie degli edifici tradizionali di servizio del Trentino
Alla base del lavoro di ricerca è stato posto uno studio di classificazione e di analisi delle tipologie più significative di edifici rurali di servizio che rappresentassero la tradizione costruttiva trentina.
La metodologia di svolgimento di questo studio, condotto presso il Laboratorio di Progettazione Edilizia dell'Università degli Studi di Trento, ha previsto la definizione di una serie di ambiti geografici significativi con specifiche peculiarità culturali.
Il Trentino è stato suddiviso in quattro settori: il settore Nord-Ovest, il settore Nord-Est, il settore Sud-Ovest ed il settore Sud-Est, sufficientemente omologhi per orografia e clima e quindi con edifici che si potevano ipotizzare abbastanza simili per tipologia funzionale e costruttiva. Una maggiore puntualizzazione e approfondimento dell'indagine è stata attuata articolando i settori in ambiti geografici più ristretti: valli ed altopiani.
Successivamente si è proceduto all'individuazione e alla classificazione di 170 edifici campione.
Per ogni ambito geografico gli edifici sono stati classificati in base alle loro caratteristiche costruttive dividendoli in tre categorie: edifici in legno, misti e in muratura. Per gli edifici totalmente o parzialmente in legno si è fatta un'ulteriore classificazione per procedimento costruttivo: a setti o intelaiati.
Complessivamente sono stati analizzati 170 edifici rurali di servizio: 45 nel settore nord-ovest, 51 nel settore nord-est, 47 nel settore sud-ovest e 27 nel settore sud-est.
Per ogni edificio è stata predisposta una scheda finalizzata alla raccolta di informazioni strettamente legate alla fase di analisi dell'edificio. La scheda è composta di due parti: la prima riguarda l'intero edificio, dove sono raccolte informazioni di carattere generale; la seconda riguarda l'analisi dei caratteri funzionali e costruttivi dell'edificio. Nella prima parte della scheda sono state inserite informazioni relative alla localizzazione dell'edificio come l'ambito geografico, la località, il comune catastale e i riferimenti cartografici a scale diverse (1:50000, 1:10000, 1:2880), un'immagine dell'edificio e la schematizzazione del rapporto dell'edificio con il terreno. La seconda parte della scheda fornisce informazioni riguardanti: la localizzazione topografica dell'edificio (orientamento dell'edificio, insolazione giornaliera media, direzione venti dominanti, pendenza media del terreno); la destinazione d'uso originale, attuale e ipotizzabile; la definizione delle informazioni sulle caratteristiche costruttive delle parti dell'edificio (basamento, chiusure verticali, chiusure di copertura); lo stato patologico e gli interventi di ristrutturazione effettuati e ipotizzabili.
Da questo studio sono stati estrapolati 7 edifici rurali di servizio che per le loro caratteristiche formali e costruttive potrebbero essere presi come emblematici dell'architettura rurale di servizio del Trentino, espressione di modi edificatori concettualmente simili ma operativamente diversi, profondamente radicati nella regione, espressione e simbolo della gestualità costruttiva della gente trentina, retaggio culturale che sotto la pressione di nuove destinazioni d'uso e di nuove tecniche costruttive sarebbe destinato a scomparire se non fosse messa in atto un'azione di salvaguardia e di conservazione almeno di alcuni esempi significativi. Essi sono:
1. il fienile in blockbau su basamento in pietrame nella Valle del Primiero (località Masi di Tognola);
2. il fienile intelaiato della valle di Fassa con rivestimento di tavole verticali e manto di copertura in scandole lunghe della Val di Fassa (località P.sso San Pellegrino);
3. il tabià della valle di Fassa (località Penia) costituito da un piano terra in muratura adibito a stalla e da due piani adibiti a fienile realizzati con la tecnica del blockbau; la particolarità dell'edificio è data dal terzo livello che presenta un aggetto lungo i quattro lati dell'edificio, rivestito da tavole verticali;
4. la ca' da mont (stalla e fienile) della Valle del Chiese con primo livello in muratura e struttura lignea intelaiata con la tecnica a ritti e panconi (località Planezzo);
5. la ca' da mont (stalla e fienile) della Valle del Chiese con primo livello in muratura e struttura lignea intelaiata mista realizzata con la tecnica blockbau e quella a ritti e panconi (località Planezzo);
6. il fienile con muratura conformata ad U dell'Altopiano di Pinè con manto di copertura, tradizionale di questo ambito geografico, realizzato con lastre di porfido (località Bedollo);
7. la stalla-fienile della valle di Sole con muratura conformata ad U e sovrastruttura intelaiata.
3. Il nuovo open air museum
Gli edifici di servizio più significativi evidenziati con la ricerca svolta saranno trasferiti o ricostruiti nella parte alta del sentiero etnografico del Rio Caino. Attualmente si sta realizzando il primo nucleo di aggregazione del museo che è costituito da due edifici rurali di servizio del tipo stalla-fienile tipici della Valle del Chiese. Essi sono la ricostruzione di due "ca' da mont" di Planezzo nei pressi di Brione (Trentino). Il primo manufatto, "edificio A" (Fig. 1), è articolato in una stalla a piano terra in muratura e in un fienile al primo piano in legno realizzato con la tecnica ritti e panconi. Il secondo manufatto, "edificio B" (Fig. 2) ha una stalla a piano terra in muratura e un fienile al primo piano realizzato in legno con le tecniche blockbau e a ritti e panconi. I due edifici sono stati ricostituiti ex-novo sulla base di un rilievo, di un'analisi tipologica funzionale e costruttiva, di approfondimenti dei dettagli costruttivi.
La ricostruzione è stata preferita al trasferimento degli edifici per due ordini di motivi. Il primo legato soprattutto alle difficoltà economiche e contrattuali con i proprietari, il secondo per motivi di carattere metodologico e di principio. Mentre il primo ordine poteva anche essere risolto, dato l'interesse della comunità locale che anche a costo di sacrifici avrebbe raggiunto l'obiettivo, il secondo ordine dei motivi è stato quello che ha fatto decisamente preferire la ricostruzione al trasferimento.
La ricostruzione è un momento di conoscenza e di approfondimento delle tecniche costruttive tradizionali che vengono riapplicate nella fabbricazione degli elementi costruttivi. Se nel trasferimento le parti lignee vengono semplicemente smontate e rimontate, nella ricostruzione ex novo assume rilevanza la tecnica per la realizzazione dei componenti. In questo caso il carpentiere deve avere scienza, ma anche coscienza delle tecniche costruttive tradizionali in modo di procedere non tanto alla ricostruzione fedele della forma, ma soprattutto deve rivisitare nella intima essenza la tecnica. Il cantiere diventa così anche un laboratorio di formazione professionale per giovani carpentieri che si appropriano delle tradizionali tecniche costruttive da applicare nei successivi interventi di recupero del patrimonio edilizio tradizionale diffuso. Sulla base di queste considerazioni quindi la ricostruzione è utile non solo per tramandare forme ed oggetti, ma anche come momento didattico ed educativo per acculturare progettisti (architetti ed ingegneri), tecnici e maestranze.
4. Scelta dei due edifici
La scelta di due edifici è stata fatta sulla base di uno studio su un insediamento in località Planezzo (comune catastale di Brione) di 35 unità edilizie di costruzione anteriore al 1850, come si deduce dalla mappa del catasto austriaco. Questo insediamento è stato scelto per l'elevata concentrazione di "ca' da mont" e per il fatto che da un confronto delle vecchie mappe con i fogli mappa del catasto attuale si evidenzia che l'insieme edilizio non ha subito forti mutazioni. Fa eccezione l'aggiunta di un solo edificio.
Per definire le caratteristiche comuni agli edifici e giungere ad una classificazione del tipo edilizio e costruttivo, è stato effettuato un sopralluogo di tutti gli edifici. In prima istanza sono stati scelti 8 di essi, ritenuti più significativi e rappresentativi; si è ulteriormente approfondita l'analisi, anche a livello di inserimento ambientale, quindi sono state scelte per essere ricostruiti la "ca' da mont" sulla P.Ed. 514 "edificio A" e la "ca' da mont" sulla P.Ed 412 "edificio B" al lembo sud-orientale dell'area di Planezzo.
5. Il rilievo dei due edifici
La conoscenza dei due edifici finalizzata alla loro ricostruzione è avvenuta attraverso un rilievo puntuale. Esso è stato pianificato e condotto in maniera tale che risultasse un valido strumento operativo che favorisse ed agevolasse le fasi successive della ricostruzione. A tal fine il rilievo degli edifici è stato articolato in tre momenti complementari:
a) la lettura in chiave geometrico-dimensionale degli edifici tradotta nella restituzione grafica,
b) l'analisi tecnico-costruttiva degli elementi costruttivi tradotta nelle di tavole di analisi,
c) il prelievo di campioni per approfondire l'indagine sui materiali.
La lettura in chiave geometrico-dimensionale degli edifici è stata svolta con il procedimento di misurazione manuale diretta; è l'unico procedimento che stabilisce un contatto fisico tra l'edificio e l'operatore che toccando con mano l'edificio e i suoi elementi costruttivi memorizza i punti su cui porre maggiore attenzione. Il rilievo è stato condotto quindi con una strumentazione estremamente semplice, ma efficace, con errori di misura che sono quelli ammissibili per operazioni di rilievo degli edifici: una corda metrica, un metro rigido, un metro telescopico e un livello.
La squadra che operava sul campo era formata sempre da tre operatori: due operatori effettuavano le misurazioni ed il terzo, quello che poi avrebbe restituito il disegno al computer, riportava le misure sull'eidotipo. Per ogni edificio sul campo sono stati realizzati eidotipi riguardanti i prospetti, le piante, le sezioni e i dettagli costruttivi. Dato l'elevato grado di accuratezza delle misurazione elevate sul campo è stata scelta la scala di rappresentazione 1:20 (Figg. 3 e 4).
Una volta eseguita la restituzione grafica dell'insieme si è proceduto all'analisi di dettagli costruttivi. A tal fine sono stati elaborati tavole sinottiche che danno informazioni di tipo qualitativo e quantitativo e sono costituite da materiale grafico e fotografico del dettaglio costruttivo presi in esame.
Per identificare la composizione delle malte presenti nelle murature degli edifici sono stati prelevati due campioni ritenuti rappresentativi di malta che sono stati analizzati presso il Laboratorio di diffrazione a raggi-X del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell'Università di Trento. Dalle analisi fatte è risultato che non sono presenti composti tipici del cemento costituiti da silicati idrati di calcio ed alluminio (Portlandite, Ettringite) e quindi tutti i materiali sono di stretta provenienza naturale e locale.
Sulla base degli elaborati grafici e delle tavole di analisi, in particolare per l'edificio A, è stato realizzato inoltre un modello in scala 1:20. Questo modello ha consentito approfondire i rapporti tra i vari elementi di fabbrica dell'organismo edilizio, di verificare la sua riproposizione nella nuova area museale e di controllare le modalità di realizzazione dei dettagli costruttivi.
6. Il progetto di ricostruzione
Al termine del rilievo, sulla base della restituzione grafica e con le informazioni derivanti dalle tavole di analisi si è proceduto alla realizzazione del progetto di ricostruzione dei due edifici e di stima dei lavori in termini di costi e di tempi di realizzazione.
I due edifici sono stati ridisegnati con AutoCAD alla scala di rappresentazione 1:50 al fine di ottenere una rappresentazione di sintesi del rilievo geometrico-costruttivo. Sono stati predisposti elaborati grafici per quanto riguarda i prospetti, le piante e le sezioni all'interno dei quali sono state identificate con opportuna simbologia le diverse tipologie degli elementi costruttivi lignei costituenti l'edificio.
Questa operazione ha consentito di classificare e quantificare gli elementi costruttivi aventi caratteristiche funzionali e morfologiche omologhe. Sono state individuate le seguenti categorie: pilastri, travi longitudinali, travi trasversali, arcarecci, listelli, panconi e tavole. Ogni categoria poi è stata suddivisa in sottocategorie a seconda delle tecnica di lavorazione utilizzata per la realizzazione dell'elemento costruttivo. La categoria pilastri, ad esempio è stata suddivisa in pilastri squadrati all'ascia ed in pilastri segati.
Dopo aver identificato e classificato tutti gli elementi costruttivi lignei sono stati predisposti degli abachi che riportano il tipo (elemento squadrato all'ascia, elemento segato, elemento a tutto tondo), le dimensioni (larghezza, altezza, lunghezza) ed il volume di ciascun elemento costruttivo ligneo identificato.
E' stata condotta infine una stima dei costi per quanta riguarda il legname e le lavorazioni in officina ed in opera.
7. La ricostruzione degli due edifici
La ricostruzione dei due edifici è iniziata nel gennaio 2000 con le prime lavorazioni del legname in un'officina foranea.
Dopo un'accurata scelta dei tronchi si è proceduto alla preparazione degli elementi costruttivi secondo le indicazioni contenute negli abachi predisposti nel corso del progetto di ricostruzione. In officina sono state utilizzate tecniche tradizionali sia per il taglio alla sega che per le lavorazioni all'ascia.
All'inizio di marzo 2000 sono iniziate le prime lavorazioni in opera nella nuova area museale per ambedue gli edifici: lo sbancamento del terreno, la preparazione del sedime e la costruzione della parte muraria.
Ricostruzione dell'edificio B
La ricostruzione della parte lignea per l'edificio B è iniziata a fine aprile. Essa era costituita da due carpentieri senior e da due giovani allievi carpentieri.
Le fasi della ricostruzione della parte lignea dell'edificio B sono state in ordine cronologico:
- realizzazione della chiusura orizzontale intermedia (panconato);
- realizzazione delle chiusure verticali in blockbau e a ritti e panconi;
- realizzazione della parte resistente della chiusura orizzontale di copertura (posizionamento colmo, arcarecci, tavolato);
- impermeabilizzazione della copertura mediante la stesura sul tavolato ligneo di una guaina impermeabile all'acqua, ma permeabile all'aria in modo da impedire la formazione di condensa interstiziale;
- realizzazione di una listellatura bidirezionale sopra la guaina impermeabile;
- realizzazione del manto di copertura in scandole lignee inchiodate ai listelli. Le scandole sono state realizzate a spacco in cantiere dal carpentiere mastro e sono state inchiodate ai listelli;
- realizzazione delle "cetine": i due ambienti laterali tamponati da tavole verticali destinati a deposito ubicati sulla facciata principale dell'edificio;
- realizzazione del ballatoio al secondo livello della facciata principale, non accessibile dall'interno, ma solo dall'esterno;
- realizzazione degli arredi: le mangiatoie e i piccoli locali per la raccolta del fieno che veniva calato dal piano superiore tramite una botola;
- realizzazione dei serramenti porta per gli accessi dell'edificio.
Nel cantiere a piè d'opera sono state eseguite tutte le lavorazioni necessarie per la finitura e l'aggiustaggio delle correlazioni tra i vari elementi costruttivi secondo le modalità operative tradizionali ed utilizzando per lo più strumenti di lavoro tradizionali (Fig. 5).
A fine maggio 2000 l'edificio B è stato completamente ricostruito (Fig. 8).
Ricostruzione dell'edificio A
La ricostruzione della parte lignea dell'edificio A è iniziata a metà giugno, dopo la realizzazione del piano terra in muratura di pietrame. E' stata realizzata dalla stessa squadra di carpentieri che ha ricostruito l'edificio B.
Le fasi della ricostruzione della parte lignea per l'edificio A sono state in ordine cronologico:
- realizzazione della chiusura orizzontale intermedia (panconato);
- realizzazione delle chiusure verticali a ritti e panconi (Fig.6);
- realizzazione delle chiusure verticali dell'anesso (cascinello);
- realizzazione della parte resistente della chiusura orizzontale di copertura dell'edificio e dell'annesso (cascinello)-(posizionamento colmo, arcarecci, tavolato);
- impermeabilizzazione della copertura mediante la stesura sul tavolato ligneo di una guaina impermeabile all'acqua, ma permeabile all'aria in modo da impedire la formazione di condensa interstiziale;
- realizzazione di una listellatura bidirezionale sopra la guaina impermeabile;
- realizzazione del manto di copertura con scandole lignee di larice. Le scandole sono state realizzate a spacco in cantiere dal carpentiere mastro e sono state inchiodate ai listelli;
- realizzazione degli arredi: mangiatoie, piccoli locali per la raccolta del fieno che veniva calato dal piano superiore tramite una botola nella stalla, attrezzature per la lavorazione del latte nel cascinello;
- realizzazione dei serramenti porta per gli accessi dell'edificio.
A metà luglio 2000 l'edificio A è stato completamente costruito (Fig. 7).
8. Ringraziamenti
Il lavoro di ricostruzione dei due edifici si inquadra nel progetto europeo Leader II "Itinerari turistico attrezzati".
L'equipe di studio che ha svolto lo studio preliminare, il progetto e ha costantemente supervisionato i lavori di costruzione è costituita da: Prof. Ing. Antonio Frattari, Prof. Ing. Ilaria Garofolo, Dott. Ing. Rossano Albatici, Dott. Ing. Michela Dalprà, Geom. Paolo Bottura.
La parte organizzativa e la gestione politico-amministrativa dell'intervento è stata seguita da Dario Festi.
Hanno partecipato al lavoro di progettazione e hanno diretto i lavori l'Ing. Mario Mezzi e l'Ing. Gianfranco Giovanelli.
Ha fornito la carpenteria lignea la Storo Legno s.r.l. di Ferretti Angelo e Vittorio di Storo (Trento-Italy).
Le opere murarie sono state eseguite dalla ditta Costruzioni Edili Bertolotti Silvano.
9. Bibliografia di riferimento
Frattari A., Garofolo I., "The Recovery of Signs from the Traditional Architecture in the Mountain Built Estate: the Case Study of the Trentino - Alto Adige Region ". Atti del Convegno 8th ALPS ADRIA Confernce on Vernacular Architecture, ottobre 1998.
Frattari A., Garofolo I., Dalprà M., "Sustainable choices in the Conservation of Wooden Architecture in the Alpine Region". Atti del Convegno TUSNAD 2000 9th International Scientific Conference "Built Heritage and Society". Tusnad (Romania), 19-25 marzo 2000.
Frattari A., Garofolo I., Dalprà M., "Gli Open Air Museums come scelta per la conservazione di esempi di edifici della tradizione". Contributo al convegno FIRENZE 2000 5th International Congress on Restoration of Architectural Heritage. Firenze (Italy), 17-24 settembre 2000.
Frattari A., Dalprà M., "The Conservation of the Building Typology of Two Traditional Buildings in the trentino Region: the Case Study of the Ethnographic Path "Rio Caino" at Cimego". Atti del Convegno Seventh IASTE Conference "The End of Tradition". Trani (Italia), 12 - 15 ottobre 2000.
Centro Studi Judicaria "Judicariae Opus-Progetto Museale delle Giudicarie". Quadrimestrale di informazione del Centro Studi Judicaria N. 27. Tione (TN) dicembre 1994.
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fig. 1
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fig. 2
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fig. 3
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fig. 4
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fig. 5
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fig. 6
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fig. 1
Building A "Ca' da Mont" of Planezzo
fig. 2
Building B "Ca' da Mont" of Planezzo
fig. 3
Drawing of Building A
fig. 4
Drawing of Building B
fig. 5
Reconstruction of Building A
fig. 6
Reconstruction of Building B