La prima macchina fu costruita nel 1780 da G. Atwood per studiare il moto in caduta di un grave
lungo la verticale.
Al di sopra di due montanti di legno, alti circa 2 m, è fissato il tribometro, costituito da una carrucola e da due coppie di ruote
interconnesse in modo da ridurre gli attriti meccanici. L'asse della carrucola poggia sulla periferia comune a ciascuna coppia di ruote
così che, quando è in rotazione, trasmette il suo moto a queste ultime trasformando l’attrito radente in attrito volvente. Sulla gola
della carrucola passa una fune sottile di seta ai cui estremi sono sospesi due cilindri di uguale massa M, in equilibrio indifferente.
Aggiungendo una massa addizionale m minore di M a uno dei due cilindri, questo inizia a scendere con accelerazione

minore di g. In questo modo la macchina consente di studiare il moto di un grave, diminuendone l'accelerazione e quindi la velocità
di caduta. Si possono così verificare le leggi del moto uniformemente accelerato misurando gli spazi percorsi dal grave su un regolo
verticale, suddiviso in cm, e i tempi per mezzo di un pendolo con scappamento ad ancora che batte il secondo, scandito da un campanello
azionato dall'asta del pendolo stesso.
Un sistema di leve consente al pendolo, una volta messo in moto, di comandare in modo sincrono la partenza del grave. Sul regolo sono
fissati due cursori:
- il primo, ad anello, consente durante il moto di intercettare la massa aggiunta in modo da realizzare un moto uniforme e verificare così
la seconda legge della dinamica nel caso di un corpo soggetto a risultante delle forze nulla;
- l'altro, a disco, ha il compito di arrestare il moto del grave.
La base della macchina poggia su quattro viti che servono a regolare l'ortogonalità dell'apparato rispetto al piano d'appoggio.