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SEMENJ I
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KRIŽIŠČE
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ZELENO KORITO
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STARA LJUBEZEN
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PEHTA
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GOSLAČ
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DEVICE
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CRITIKA dr. Cene Avguštin



Viviamo in un periodo in cui i valori antichi hanno non sono piů in auge, in cui gli individui sono all'inutile ricerca di un bene che una volta veniva detto felicitŕ ed in cui, nonostante tutti i traguardi raggiunti dalla civilizzazione moderna, essi rimangono infelici ed in solitudine. "Prima della guerra la vita era difficile", asserisce la madre di Oparnik dalla veranda "ma nonostante gli stenti eravamo felici. Anche se la giornata era stata quanto mai faticosa e difficile, alla sera i giovani levavano in paese il loro canto. Oggi tutto ciň č dimenticato."

Chi potrebbe mai desiderare la pace di un tempo e la quiete della vita nel villaggio piů di un pittore sensibile, che ha vissuto in un villaggio la propria giovinezza e che da fanciullo accompagnava il nonno da villaggio in villaggio, seguendo l'antica consuetudine della vendita della sugna da carro. Egli cosí ebbe modo di conoscere ed amare la gente e le loro abitudini, che gli rimasero per sempre impresse nella memoria.

I villaggi dai tetti ricoperti di paglia, dai sottotetti in legno, dalle finestrelle che spiccano dalle facciate dai colori chiari, oggi non esistono piů. Sono sparite, esattamente come numerosi crocefissi ai bordi delle strade, come tante tavole votive, dipinte come le facciate delle arnie dai vivaci colori, come gli antichi abbeveratoi in legno, dai quali si levava l'allegro scroscio dell'acqua, o come gli antichi attrezzi agricoli, i cavalli, i carri e, purtroppo, come numerosi usi e costumi.

Polde Mihelič ci fa cos rivivere il villaggio nelle sue rappresentazioni dell'infanzia, non dimenticando la vita movimentata che lo contraddistingueva. Il palcoscenico dell'azione e rappresentato dalle case in muratura, addossate l'una all'altra, coi sottotetti in legno e coi tetti ripidi ricoperti di neve, con le minuscole finestre incastonate nelle pareti, rivestite talvolta dalle cataste di legna da ardere, e con gli usci ad arco nel mezzo delle facciate. La strada s'inerpica nel mezzo del villaggio e conduce alla chiesa, ove la scena si conclude, paludata dagli alberi e da una stretta fascia di cielo. In questo palcoscenico imponente e raccolto, dal punto di vista della composizione, l'artista include gli abitanti del villaggio: i contadini nelle loro antiche vesti, le contadine imbaccuccate nei loro scialli di lana e dai capi ricoperti di variopinti fazzoletti, i mezzadri, i messi, le male lingue del villaggio, gl'innamorati, ed anche coloro che sin dalla nascita recano un'impronta particolare della natura. Dinnanzi al pubblico prendono vita scene quasi bruegliane della movimentata fiera paesana, ed altri avvenimenti, caratteristici del villaggio nel susseguirsi delle stagioni. Le sembianze dei personaggi, sovente caricate volutamente, ricordano i pittori olandesi di questo genere, del 16. e del 17. secolo.

La pittura di Mihelič appare a prima vista molto vicina alla pittura folcloristica di Gaspari. Ma, mentre Maksim Gaspari , in qualtŕ di pittore, un osservatore attento e spesso un vero documentarista degli antichi usi rustici e dei costumi agresti, anche se in forma idealizzata, l'approccio di Mihelič invece assolutamente personale, introspettivo. La sua pittura sorge dal ricordo nostalgico, come egli stesso li definisce, degli anni puů belli della vita, ed al contempo rappresenta un tentativo di rivivere e di ripercorrere la fanciullesca euforia ed il senso di felicitŕ, che al pittore purtroppo sfugge in continuazione. Comunque, se riesce a far rivivere sulla tela dipinta almeno una parte delle emozioni di un tempo, l'artista si sente soddisfatto. In tal modo ci č dato di capire perchč il pittore non voglia assolutamente staccarsi da alcune sue opere che, anche se ha venduto per necessitŕ, oggi riacquista, magari ad un prezzo maggiore. Questa ininterrotta ricerca della felicitŕ perduta, ancora di salvezza nel mare di solitudine che lo opprime, come l'artista narra in una delle sue poesie, questo richiamo alla felicitŕ, č uno dei motivi fondamentali della sua pittura. E siccome il ricordo trasforma di solito la monotonia in varietŕ, la povertŕ in ricchezza, la mediocritŕ in unicitŕ, a questo tendono pure le opere di Mihelič, che appaiono sin troppo belle per l'ambiente sovente disordinato del villaggio, idealizzate nella raffigurazione degli abitanti ed irreali nella loro struttura ordita verticalmente. Perň, probabilmente, proprio nella composizione tendente ad assurgere si denota il desiderio potente, ma mai soddisfatto dell'artista, come anche le cornici erette e sottili, con le quali l'artista talvolta cinge i suoi quadri, testimoniano l'angustia, l'irrequietezza e il timore che lo pervadono. Giŕ Janez Mesesnel ebbe modo di indicare queste e simili componenti, colorite in manera espressiva, che caratterizz ano l'opera pittorica di Mihelič . Il cielo plumbeo, "gli alberi parlanti" e la luce velata ispirano in alcuni dipinti dell'autore un vero e proprio stato d'animo, caratteristico delle ballate, che nella descrizione dell'arte figurativa di Mihelič e stato individuato per primo da Damir Globočnik. Una delle composizioni piu caratteristiche di questo genere e appunto il dipinto intitolato: "Il presentimento del male".

Polde Mihelič e stato spesso annoverato tra i pittori del gener naif, della qual cosa dissentono parzialmente o totalmente alcuni critici, tra i quali Janez Mesesnel, Aleksander Bassin, Andrej Pavlovec e Damir Globočnik. Polde Mihelič ricorda in effetti, per le sue qualita creative, i pittori naif, alla cui modalita creativa egli si avvicina, poiche dal punto di vista dei contenuti a lui piů adeguata. Ma, in qualitŕ di pittore accademico, egli si č da molto tempo distanziato dal naif autodidatta. Non si possono definire tali le deformazioni, peraltro caratteristiche della pittura naif e dovute alla carenza di tecnica pittorica, che si riscontrano nella pittura di Miheli il che e gia stato segnalato da Andrej Pavlovec, bensi esse sono un conscio e contenutisticamente fondato piglio pittorico.

I quadri di Polde Mihelič non sono una descrizione piu o meno veritiera delle tradizioni popolari slovene, come ad esempio nel caso di Maksim Gaspari, ma un ricordo del felice passato, consciamente semplificato ed alquanto colorato romanticamente in base allo stato d'animo, che si č perso in un luogo recondito e che il pittore desidera via via rivivere con ogni sua composizione.

Dott. Cene Avguštin

Prevod:

Sandro Kravanja


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MIHELIČ POLDE
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