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prof Antonio Frattari & prof Ilaria Garofolo, Trento

LA PRESERVAZIONE DEI SEGNI NELL'ARCHITETTURA TRADIZIONALE MONTANA: MODELLO DI STUDIO PRESO DAL TRENTINO ALTO ADIGE (SUD TIROLO) IN ITALIA

1. Introduzione

Gli edifici dell'architettura tradizionale dei territori di montagna, alla stregua di quelli che piu facilmente e universalmente si riconoscono come oggetti monumentali, sono assimilabili all'espressione immediatamente comprensibile dello sviluppo sociale, tecnologico e anche artistico alla base della vita di tutti i giorni. E cosi come i monumenti, anche questo patrimonio e l'ambiente che lo circonda fanno parte a pieno titolo dell'eredita culturale che oggi tutti ci sentiamo in dovere di mantenere e tramandare a memoria delle future generazioni, pienamente convinti del peso della coscienza e della conoscenza del passato sulla qualita della vita negli ambienti antropizzati.

In questo quadro di riferimento si puo affermare che l'architettura rurale,che caratterizza molti piccoli centri del versante italiano dell'arco Alpino, assume rilevanza per il suo valore documentale storico e culturale, non certo di inferiore importanza a quello delle cosiddette forme "maggiori" riferibili agli edifici e agli aggregati di carattere storico-monumentale.

Come risposta alla necessita sempre piu sentita di provvedere alla conservazione dei caratteri distintivi di questo patrimonio edilizio, presso il Laboratorio di Progettazione Edilizia dell'Universita di Trento sono in atto due ricerche: una sulla definizione di metodi e tecniche di recupero degli edifici in legno dell'architettura vernacolare per fini abitativi, e una per la definizione di criteri di fattibilita di progetti di recupero e conservazione di queste architetture con fini museali. In questo paper si riferisce sugli sviluppi delle ricerche attraverso il caso di studio relativo al Trentino.

2. Il caso di studio

Per affrontare il problema del mantenimento dell'eredita culturale trasmessa dall'architettura tradizionale assume rilevanza il riferimento ai caratteri propri del contesto geografico, storico e culturale che hanno determinato precise scelte abitative e costruttive. Di conseguenza risulta fondamentale, in una fase propedeutica alla definizione di qualsiasi tipo di intervento, la conoscenza approfondita del costruito finalizzata sia alla definizione quantitativa del patrimonio sia delle sue caratteristiche qualitative nonché l'estrapolazione dell'autenticita e della singolarita di alcuni caratteri degli edifici su cui si concentrera l'attenzione per una corretta impostazione del progetto di recupero o preservazione.

A tal fine si e svolta un'analisi, su edifici campione del Trentino, con l'uso di schede di rilevamento, sia delle tipologie funzionali e distributive realizzate che delle tecniche costruttive impiegate nelle costruzioni. Si e quindi organizzata una banca dati, attraverso l'elaborazione delle schede, per evidenziare i caratteri salienti ritenuti utili per la successiva fase di definizione di criteri operativi di intervento per il recupero e la conservazione.

Le schede impiegate sono poi state elaborate, in uno sviluppo ulteriore della ricerca, in modo tale da poter essere trasferite su computer e usate in maniera interattiva sia per estrarre all'occorrenza dati interessanti sotto diversi aspetti, sia per poter comparare dati relativi a situazioni locali simili in origine, ma che attualmente sono fortemente interessate da processi di trasformazione diversi - che sono per esempio influenzati dalla presenza/assenza di turismo, dal cambiamento del sistema economico su cui si fonda la comunita, da forti trends di emigrazione/immigrazione, ecc-. In ultimo, l'impiego del sistema informatizzato in grado di gestire i dati raccolti permettera anche di svolgere, in futuro, un'azione di monitoraggio continuo dello stato del patrimonio e delle sue continue trasformazioni che sara ancora piu incisivo se nella banca dati potranno confluire le informazioni relative non solo a edifici campione, ma ad un repertorio di edifici desunti da un'analisi a tappeto condotta, ad esempio, sui rilievi dello stato di fatto inseriti nelle autorizzazioni di progetti di ristrutturazione presentate agli uffici di controllo provinciali negli ultimi 15-20 anni. I dati rilevati e principalmente evidenziati nella ricerca sono relativi : ai caratteri territoriali dell'edificato, ai caratteri tipologici e costruttivi dei singoli edifici, alle tecniche realizzative, allo stato di degrado/trasformazione subito recentemente dalle entita edilizie piu significative.

3. Tipi edilizi dell'architettura tradizionale in Trentino.

Per quanto riguarda l'edificato nelle sue forme aggregative, sostanzialmente si sono identificati tre modelli di organizzazione territoriale: puntiforme, lineare, compatta. Il primo modello, riferibile alla tipologia insediativa caratteristicamente nord-europea, e in genere costituito da un numero limitato di edifici a destinazione monofunzionale; il secondo modello, riferibile alla tipologia insediativa italica, e costituito da un'aggregazione o addizione di un insieme di edifici plurifunzionali; il terzo modello e costituito prevalentemente da edifici produttivi specialistici, connessi allo sfruttamento di particolari risorse locali.

Per quanto riguarda le tipologie edilizie tipiche dell'architettura vernacolare, queste risultano strettamente connesse ai modelli insediativi sopra descritti. All'interno dell'insediamento puntiforme sono rilevabili due tipologie: a destinazione abitativa, a piu livelli generalmente realizzati con differenti materiali (pietra e legno); a destinazione produttiva, generalmente a due livelli (stalla con sovrastante fienile) realizzati anche qui con differenti materiali. All'interno dell'insediamento compatto e prevalente la tipologia edilizia plurifunzionale, a destinazione abitativa organicamente integrata alla destinazione produttiva. Essa e costituita da due o piu livelli, con basamento destinato ad ospitare le funzioni abitative e le stalle e con piani superiori destinati a fienile/granaio.

Gli edifici tradizionali, di cui quelli precedentemente descritti si possono considerare i piu rappresentativi, si differenziano oltre che per le funzioni cui sono destinati anche e fondamentalmente per i procedimenti costruttivi usati nella loro realizzazione. L'architettura vernacolare del territorio in esame e caratterizzata da un diffuso uso del legno e della pietra il cui impiego si alterna e si gerarchizza all'interno delle stesse costruzioni in funzione dell'appartenenza a

luoghi con differenti sistemi orografici. Si puo osservare che passando dalle valli piu basse a quelle piu alte si ha un cambiamento dei materiali impiegati.
Nella valli piu basse il materiale piu usato e la muratura mista di sassi mentre il legno ha per lo piu un ruolo complementare a quello delle murature fornendo, per le sue capacita di resistenza a flessione, l'alternativa ai piu pesanti sistemi voltati nella realizzazione dell'ordito, dell'impalcato e talvolta della finitura estradossale e intradossale delle chiusure orizzontali intermedie e di copertura. Nella parte bassa degli edifici come le cantine permane sempre il ricorso ai sistemi voltati.
Nelle valli intermedie il legno e' impiegato, sempre con questo ruolo di complementarita, ma il suo uso si estende anche alla costruzione delle scale, dell'intelaiatura portante delle partizioni interne e all'intelaiatura delle pareti esterne della parte alta degli edifici mutuando le tecniche dei sistemi costruttivi intelaiati dei paesi d'oltralpe. In queste valli, inoltre il legno, ha largo impiego anche nella realizzazione di parte o dell' intero edificio se questo e a servizio dell'abitazione che, in genere, e in muratura con solai ed eventuali soprastrutture lignee. Nelle valli piu alte e chiuse verso la montagna le costruzioni sono in genere in muratura al piano terra e in legno ai piani superiori oppure totalmente in legno con caratteri affini a quelle mitteleurpee e scandinave.

4. Il recupero e la conservazione

Dalle analisi dei dati raccolti risulta che gran parte di questo patrimonio edilizio della tradizione ha subito nel tempo interventi di vario tipo, dalla semplice manutenzione ordinaria ad una profonda ristrutturazione, resi necessari per un suo adeguamento alle mutate esigenze abitative ; risulta peraltro anche evidente che, quasi mai, questi interventi sono stati rispettosi della storia degli edifici e della loro genesi tipologico-funzionale e costruttiva con gravi problemi per quanto concerne la loro salvaguardia e la conservazione.

In questo quadro di riferimento le soluzioni che possono essere adottate per la conservazione di quello che ancora oggi rimane sono due : conservazione degli edifici rappresentativi e di maggiore pregio in musei all'aperto di usi e costumi; recupero degli edifici dell'architettura vernacolare con fini abitativi o di servizio.

La prima soluzione che ha finalita espressamente museografiche e di conservazione ha trovato larga diffusione in quasi tutti i paesi. In Trentino ci sono solo pochi esempi, ma stanno nascendo alcuni nuovi ecomusei come percorsi etnografici caratterizzati da architetture tradizionali.

In Trentino e invece molto diffuso il riuso di questa architettura per fini abitativi che, pero, presenta concreti problemi per quanto riguarda le metodologie e le modalita di recupero e di ristrutturazione.
Dal punto di vista funzionale i problemi sono soprattutto a livello di destinazione d'uso. In genere nel momento in cui si procede al riuso di uno di questi manufatti si tende a modificare la distribuzione interna e ad introdurre spazi funzionali diversi da quelli preesistenti, quali ad esempio i bagni. Spesso questa operazione stravolge completamente l'impianto originario del manufatto e ne puo modificare radicalmente l'immagine esterna nel caso ci sia la necessita di aprire finestre. In genere questi ripristini quando sono condotti su edifici gia adibiti ad usi abitativi non stravolge in maniera cosi profonda la tipologia. Lo stesso non si puo dire quando si tratta di adibire ad uso abitativo manufatti, in genere in legno, la cui primitiva destinazione d'uso era quella a stalla, a fienile o deposito attrezzi. Proprio per questa loro iniziale utilizzazione questi edifici sono in genere privi di finestre o ne possiedono molto poche e comunque piccole per cui qualsiasi intervento su di essi deve modificare l'impianto originario in pianta e anche soprattutto in prospetto a causa dell'introduzione delle finestre di dimensioni opportune necessarie per l'illuminamento e la ventilazione.

In ambedue le situazioni nel momento della decisione di recuperare il manufatto sono tre le possibili soluzioni progettuali: abbandono o demolizione dell'edificio, risanamento e conservazione del manufatto cosi com'e, adeguamento dell'edificio alle mutate esigenze. L'abbandono o la demolizione del manufatto e inevitabile quando le normative urbanistiche locali non consentono nessuna modificazione esterna o interna, in tal caso il proprietario che non usa piu il manufatto per fini lavorativi non investe denaro per riparare solo un esempio di architettura vernacolare spoglio di qualsiasi attribuzione funzionale e privo di un qualsiasi ritorno economico. Il risanamento e la conservazione del manufatto integro senza variazioni e adeguamenti alle nuove esigenze di qualita dell'abitare e quindi una strada che viene perseguita solo in casi molto particolari quando il manufatto stesso ha riconosciute valenze di originalita e si vogliono conservare i caratteri originari per finalita culturali e scientifiche. In genere queste operazioni possono essere condotte dall'ente pubblico con finalita museali. Il privato anche in questo caso non opera investimenti che non possono dargli un concreto ritorno economico o abitativo. Esso e portato al recupero solo nel caso in cui possa operare l'adeguamento dell'edificio alle mutate esigenze abitative e questo e possibile quando la normativa consente piccole varianti all'impianto originario e l'edificio puo essere trasformato con una nuova destinazione. Questa possibilita e pero molto deleteria perché, almeno in Trentino, non sono attivi strumenti di controllo adatti, codici di pratica o di procedura, che impediscano la trasformazione profonda del manufatto evitando il cambiamento totale della sua fisionomia.

Al danno derivante dalla modificazione delle valenze tipologiche si aggiunge, molto spesso, anche nella fase di ristrutturazione, l'uso non coerente di materiali e di tecnologie che vengono usati senza tenere presenti criteri generali di riferimento. In particolare questo avviene soprattutto nella ristrutturazione degli edifici in legno per i quali la tradizione costruttiva in genere ha sempre privilegiato la sostituzione ricorrendo alla riparazione solo nel caso di elementi particolarmente significativi. La facilita di poter sostituire parti anche importanti dell'edificio senza danneggiare le rimanenti, o la possibilita di smontare l'intero organismo per poterlo poi riedificare nella stessa forma originaria cambiando solo quelle parti che risultano essere ammalorate ha da sempre favorito la sostituzione dei componenti. Questa prassi costruttiva ha subito, pero, nel corso degli ultimi anni, una profonda modificazione dovuta al mutato contesto tecnologico che ha favorito l'introduzione sul mercato di nuovi materiali usati talvolta per realizzare componenti surrogati di quelli lignei, ovvero ha promosso lo studio e l'applicazione di tecniche costruttive alternative a quelle tradizionali. Esemplificative in tal senso possono considerarsi tutte quelle tecniche che tendono a sfruttare l'impregnazione con monomeri liquidi che, polimerizzando all'interno della struttura fibrosa del legno ne aumentano le sue capacita di resistenza statica e ne impediscono l'attacco da parte degli insetti e dei funghi.

Queste ristrutturazioni condotte con materiali non appropriati e che presuppongono anche tecniche di intervento non appropriate, rischiano pero di innescare, nella sostanza, un pericoloso ed ulteriore degrado di incompatibilita costruttiva e formale che risulta essere irreversibile su questi manufatti propri dell'architettura tradizionale che nasce essenzialmente biologica nella maggioranza delle sue espressioni costruttive. L'impiego di materiali differenti da quelli propri della tradizione rischia infatti di modificare integralmente nella forma e nel significato manufatti che presentano una specifica caratterizzazione proprio per la tecnica con cui sono realizzati , tecnica che peraltro va man mano scomparendo in un contesto tecnologico che e profondamente differente da quello in cui essa ha avuto la sua prima espressione.

Questa attenzione di cui si e detto per quanto riguarda l'uso di tecniche appropriate in molti casi non c'e stata, e negli ultimi trenta quaranta anni sono state fatte riparazioni con sostituzione di elementi con tecniche profondamente diverse da quelle tradizionali ed impiegando spesso materiali diversi perché piu facilmente reperibili o utilizzabili e quindi meno costosi. Esempi significativi in tal senso sono l'uso delle tegole o della lamiera al posto di scandole lignee nel ripristino dei manti di copertura; l'uso di muri in cemento armato in sostituzione di pareti in legno esposte alle intemperie e facilmente ammalorabili. Analogamente su molti interventi eseguiti sulle travi di fondazione di edifici in block-bau si e proceduto con il sollevamento o lo smontaggio dell'edificio quindi con la sostituzione del sistema fondale in legno con uno in cemento armato che se, ovviamente, presenta vantaggi in termini di rapidita di esecuzione e di durata nel tempo, tuttavia modifica profondamente in termini formali e costruttivi l'edificio. A questi interventi dovrebbero in genere essere contrapposti procedimenti che seguono le tradizionali tecniche costruttive in cui si procede allo smontaggio o al sollevamento dell'intero edificio sostituendo le travi ammalorate con altre travi in legno e si ricostruiscono, in caso di smontaggio, i nodi d'angolo.

5. La conservazione nei musei open air.

Come detto nel paragrafo precedente una delle alternative possibili e sostenibili per operare il recupero almeno degli esempi piu significativi dell'architettura vernacolare potrebbe essere la loro conservazione nell'ambito di strutture museali. In questo modo e solo in quest'ambito sarebbe possibile sostenere i costi di procedure sperimentali sui singoli edifici e contemporaneamente raggiungere le finalita prefissate: individuazione di tecniche adatte per la ristrutturazione, addestramento di maestranze qualificate e salvaguardia del patrimonio culturale. Una volta attivata questa procedura l'esperienza museale si potrebbe configurare quindi come un volano, mettendo a disposizione le conoscenze acquisite e le maestranze edotte per operare interventi di recupero sul patrimonio diffuso. Ulteriore finalita raggiunta con il museo open air sarebbe allora, oltre a quella di preservare gli edifici, quella di diffondere le conoscenze della cultura e della tecnologia delle diverse epoche e delle diverse culture.

In Italia quantunque le costruzioni rurali del Trentino rappresentino un unicum, testimoni di valori culturali che si sono tramandati per secoli intatti, non c'e per essi una particolare attenzione, anche perché essi rappresentano una percentuale assai esigua del patrimonio edilizio storico. Avendo poi l'Italia una percentuale notevole del patrimonio edilizio di valore culturale e artistico rilevante, e chiaro che tutti gli sforzi sono stati sempre concentrati nella valorizzazione e nella salvaguardia di quest'ultimo.

In Italia dunque la strategia del recupero di edifici significativi con fini museali su cui fare anche della sperimentazione e ancora tutta da inventare e da attuare a cominciare dai tecnici, architetti e ingegneri, che non sono pronti, in linea generale, ad affrontare le problematiche connesse a tali realizzazioni. Per portare un contributo fattivo alle problematiche di cui si e detto, presso il Laboratorio di Progettazione Edilizia dell'Universita di Trento, e in corso una ricerca che, partendo dall'esperienza maturata in questo campo da Paesi Europei piu all'avanguardia, in questo specifico settore, e mirata alla definizione di criteri operativi da adottare nell'ipotesi della progettazione di un museo all'aperto per edifici vernacolari con particolare riferimento a quelli in legno.

Una prima fase della ricerca e stata mirata alla conoscenza delle strutture museali di questo tipo presenti in Europa in termini quantitativi e di dislocazione geografica. In una seconda fase si e proceduto alla loro catalogazione e classificazione in base ad alcuni dati che si sono identificati come i piu significativi e caratterizzanti la struttura museale. In particolare i dati presi in considerazione riguardano tre categorie : la localizzazione del museo, i caratteri della struttura museale (edifici di servizio, accessori e infrastrutture), le caratteristiche degli edifici che in essi sono conservati.

Al fine di organizzare una banca dati da utilizzare nel momento della progettazione e stata elaborata una scheda sintetica per ogni museo, divisa in tre sezioni ciascuna contenente le informazioni relative alle categorie precedentemente individuate. Tutte le informazioni raccolte e cosi organizzate costituiscono una banca dati alla quale accedere per avere informazioni utili nella fase propedeutica di definizione di criteri da adottare per la progettazione di un nuovo museo. Parallelamente alla costituzione di questa banca dati e attualmente in fase di studio e di predisposizione un programma informatizzato, fondato su Excell 5.0, per una piu snella gestione dei dati e in modo tale tutte le informazioni possano essere reperite anche secondo diversi percorsi di ricerca e di interazione uomo macchina.

6. Proposte operative

Da quanto detto si puo dedurre che la prassi applicativa di norme miranti all'adeguamento ai nuovi standard abitativi ha giocato un ruolo notevole, nella maggior parte dei casi, nella perdita dei segni dell'architettura tradizionale del Trentino. La volonta di adeguare gli edifici, anche con destinazione d'uso diversa, alle esigenze dell'abitare (vedi ad esempio la frequente ristrutturazione di fienili in abitazioni) ha indotto profonde ed insanabili modificazioni tipologiche, mentre l'uso di nuovi materiali, di costo minore rispetto a quelli tradizionali, che consentivano di adeguarsi agli standard normativi imposti dalle amministrazioni,( ad esempio di riduzione dei consumi energetici, minimi di illuminamento ecc.) ha indotto quelle modificazioni che hanno snaturato completamente l'essenza dell'impianto costruttivo originale.

Una possibile inversione di tendenza potrebbe venire con una sensibilizzazione dei progettisti e con la definizione di un codice di pratica che potrebbe essere di supporto nell'azione progetto. Queste finalita potrebbero essere raggiunte con un iter metodologico che prevede una lettura degli interventi di recupero effettuati negli ultimi 20 anni in Trentino. Successivamente per fare opera di sensibilizzazione degli operatori si potrebbero individuare, deducendole dai rilievi allegati ai progetti di ristrutturazione, gli impianti tipologici e costruttivi originari. I tipi cosi individuati potrebbero essere messi in un sito interattivo in Internet al quale potrebbero avere accesso studenti e progettisti per completare il loro bagaglio culturale di conoscenze della tradizione costruttiva locale.

Per addivenire alla definizione di codici di pratica l'iter metodologico, una volta fatta la lettura degli interventi di recupero, dovrebbe prevedere una loro analisi comparata per evidenziare quanto la normativa ha imbrigliato i singoli progetti e di conseguenza gli edifici con una forbice che non ha lasciato molto margine alla coerenza costruttiva e al rispetto della tipologia funzionale originaria. Questo consentira di definire quanto la norma ha orientato le scelte sui materiali con caratteristiche specifiche e come di conseguenza quanto il costruttore, per ignoranza o per risparmio, abbia fatto le sue scelte alla base delle quali, in prima istanza, ha posto le richieste prestazionali della normativa senza porre attenzione al contesto costruito e alla coerenza costruttiva con il preesistente. Sulla base di queste conoscenze si potra impostare la definizione di un codice di pratica, fatto di norme coerenti e sostenibili, verificate su esemplificazioni progettuali pilota, limitato agli esempi piu ricorrenti come guida ad una progettazione per il recupero coerentemente con le preesistenze tipologiche e costruttive al fine di recuperare almeno una parte di quei segni dell'architettura tradizionale del Trentino che dobbiamo sentire il dovere di tramandare ai nostri figli.

7. Bibliografia


· Des Mayens a la zone des Mayens - Department de l'Environnement et de l'aménagement du territoire du Canton du Valais
· Vade-mecum des construction rurales du Jura neuchâtelois : observations sur le terrain et recommandations. Rapport final C.E.A.T., Sion, 1996.
· R.Nobel, The working museum - the concept of heritage interpretation in the Highland Folk Park. Atti del Convegno "Heritage - a resource for sustainable enterprise. Sandefjord, 23-24 settembre 1996.
· A.Frattari, I.Garofolo, Sustainable choices for housing in mountain environment: cases study. XXIII IAHS World Housing Congress Proceedings, vol.2, Singapore (1995).
· Ferrari,E. Sembianti,F., Tomasi, M., Zampedri,G. I centri storici del Trentino. Una proposta di lettura degli antichi aggregati minori. Editrice Temi, Trento, 1980.


Prof. Dott. Ing. Antonio Frattari
Prof. Dott. Ing. Ilaria Garofolo
Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale
Universita di Trento
38050 Trento Italy
www.ing.unitn.it